Editoriali

EDITORIALE: Il Decreto CLIMA: nuove opportunità per le aree forestali ad elevato valore naturalistico

Il decreto sul clima 2019 rappresenta un quadro innovativo e concreto per l’applicazione delle raccomandazioni internazionali volte a prevenire e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Oltre a molti aspetti legati all’ambiente, si concentra sulle foreste vetuste, riconoscendole come ecosistemi forestali di alto valore ambientale e definendo i loro principali tratti ecologici…

EDITORIALE: Editoria scientifica, le ambiguità dell’open-access

La scienza deve essere aperta a tutti: fino adesso lo è stata tranne che nella fase di pubblicazione dei suoi risultati, si dice con un fondo di verità. È questa la considerazione alla base della tendenza, da parte delle agenzie pubbliche di finanziamento (EU su tutte), a “forzare” i ricercatori a pubblicare i loro risultati su riviste ad accesso libero o a pagare per rendere liberamente leggibili gli articoli pubblicati…

EDITORIALE: “Decreto clima 2019”: quali risorse per le foreste e la selvicoltura nelle nostre città?

The Decree on Climate 2019 focuses on reforestation campaigns and silviculture actions applied to existing forests of Italian metropolitan cities, incurring a total expenditure of €30 million in the next two years. By supporting urban and peri-urban forestry programmes, the decree represents an innovative scheme within the framework of environmental legislation on climate actions.

Piantare alberi in Italia per il benessere del pianeta. Dove come e perché

(di Marco Marchetti, Renzo Motta, Fabio Salbitano, Giorgio Vacchiano. Pubblicato su: Forest@ – Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 16: 59-65). Le comunità Laudato Si’ hanno recentemente proposto di piantare 6 milioni di alberi in Italia per combattere la crisi climatica. Il ruolo delle foreste nella mitigazione del cambiamento climatico è scientificamente inequivocabile. Comunque, un’efficace strategia di riforestazione deve tenere in considerazione il contesto ambientale, forestale e socio-economico del Paese. Le foreste italiane e i 12 miliardi di alberi di cui sono costituite assorbono attualmente il 5-10% delle emissioni totali dell’Italia; 60 milioni di alberi darebbero dunque luogo ad un sequestro addizionale pari allo 0.05% della CO2 emessa annualmente dal nostro paese.

EDITORIALE: Informazione e disinformazione forestale al tempo del web: il caso dell’alluvione del Monte Amiata

Anche ad agosto fake news, disinformazione e malafede sulla situazione e sulla gestione delle foreste italiane (sul TUFF, sulla gestione sostenibile, ecc.) non si arrestano. Nel dibattito (?) intervergono sempre nuovi guru ed esperti che, come ormai succede in tutti i settori, pur non avendo nessuna conoscenza sulla situazione, sulla normativa e sulle problematiche ecologiche, economiche e sociali, hanno una soluzione semplice a portata di mano che può portare enormi benefici per la nostra società.

EDITORIALE: Una banale storia di nomi

Non occorre scomodare la cosmologia di Democrito, la grande poesia di Lucrezio; la spiritualità di Francesco, in cui la natura è madre e sorella, o la metafisica di Spinoza, che toglie all’uomo l’autonomo impero e lo fa parte del tutto. E non serve neppure aderire all’idea della complessità dei sistemi, della loro intrinseca incertezza, a questa o quella filosofia naturale. Non serve scomodare il “grande pensiero” per concordare sul fatto che la gestione delle risorse ambientali debba pragmaticamente fondarsi sulla ricerca di un equilibrio fra uomo e natura.

EDITORIALE: Dopo la tempesta, i piani dell’uomo e la ricostituzione della foresta

On 29 October 2018, a violent windstorm swept across eastern Italian Alps: thousands hectares of forests were affected and millions of trees uprooted. We warn not be in a hurry to restore artificially the forest: windstorms are natural disturbances and we should rely mostly on natural regeneration for forest recovery. It may take quite a long time in some cases, but natural regeneration will ensure diverse, productive and more resilient forests.

EDITORIALE: Selvicoltura e schianti da vento. Il caso della “tempesta Vaia”

Il 29 Ottobre 2018 la tempesta Vaia ha colpito le foreste nel nord-est dell’Italia, causando la perdita di 8 milioni di metri cubi di legname e la repentina riduzione dei servizi ecosistemici connessi con la foresta. Tali eventi comunque non sono senza precedenti: una simile tempesta si ebbe nella stessa zona nel 1966. Ogni anno in media, due tempeste extra-tropicali interessano il continente Europeo, dove il vento è il fattore di danno più importante e contribuisce a più della metà delle perdite forestali totali (38 milioni di metri cubi di alberi abbattuti per anno).

EDITORIALE: Territorio, bioeconomia e gestione degli incendi: una sfida da raccogliere al più presto

Il crescere del problema degli incendi forestali anche nei paesi sviluppati di clima temperato e segnatamente nell’Europa Meridionale è dovuto essenzialmente ai cambiamenti in corso, di natura climatica e socioeconomica. La transizione forestale ha preso da tempo la direzione dell’abbandono e della non consapevolezza delle dinamiche e dei processi ecologici nei territori rurali. Le situazioni di interfaccia urbano-rurale e spesso urbano-foresta si moltiplicano e, come dimostrato dai recenti tragici episodi, si configurano come potenziali trappole a causa della scarsa gestione dei combustibili, del disordine urbanistico e dell’assenza di una pianificazione territoriale integrata. Abbiamo bisogno di misure integrate e trasversali facendo convergere i programmi di prevenzione degli incendi con le misure del PSR per il settore agro-silvo-pastorale e l’agenda di conservazione della natura; ovvero, incentivare le attività agricole, pastorali e forestali, e gli interventi di conservazione della natura, nelle aree a rischio incendi, favorendo lo sviluppo della bioeconomia in particolare dove la pianificazione forestale ha individuato aree strategiche di prevenzione degli incendi.

EDITORIALE: Il nuovo Codice Forestale Nazionale, un testo di legge molto incoraggiante

Dopo la fruttuosa conclusione del Congresso SISEF di Roma nell’ottobre scorso, accogliamo con estremo piacere il nuovo Codice Forestale nazionale. Un testo di legge innovativo, proattivo ed olistico, che dà finalmente una visione di sistema e tenta di dare delle risposte ai tanti interrogativi che negli ultimi anni il mondo scientifico in primis si è sforzato di porre, cercando di superare l’annoso dualismo tra utilizzo e conservazione. Una legge che fa il paio ed è in assoluta sintonia e sinergia con le altrettanto lodevoli iniziative avviate, ad esempio, con il Collegato Ambientale approvato con la legge 221/2015, quelle sulle proprietà collettive e sui piccoli comuni, e tutti i documenti strategici che in maniera più o meno diretta guardano al mondo della conservazione e dell’utilizzo sostenibile del Capitale Naturale, di cui le foreste sono parte integrante e preponderante. Salutiamo con piacere una Legge che vogliamo definire “contemporanea”, perché parte dall’analisi del sistema socio-economico-ecologico attuale…

EDITORIALE: Ma l’ISTAT sa che in Italia esistono boschi e foreste?

Come ogni anno dal 1878, anche quest’anno è stato pubblicato l’Annuario statistico italiano dell’ISTAT, una pubblicazione, come si può leggere nelle pagine introduttive, che rappresenta “uno strumento consolidato e autorevole per conoscere il nostro Paese e le sue trasformazioni più recenti”. In effetti questa monumentale opera (798 pagine, con centinaia di grafici e tabelle) è strutturata in 24 capitoli e abbraccia un’ampia gamma di settori. Interrotte le pubblicazioni degli annuari sulle statistiche forestali e delle statistiche sui prelievi nei Bollettini mensili di statistica, ulteriormente ridotto il campo di raccolta dei dati forestali del Censimento dell’agricoltura, a chi era interessato ai dati ufficiali sul settore forestale non restava molto altro se non l’Annuario statistico italiano.

EDITORIALE: Gli incendi boschivi stanno cambiando: cambiamo le strategie per governarli

Se non ci fossero le foreste non ci sarebbero gli incendi boschivi, il problema sarebbe risolto all’origine, e non dovremmo più confrontarci con incendi drammatici come quelli del giugno 2017 in Portogallo, o come quelli che stanno divampando in tutta Italia in questo luglio di fuoco. Tuttavia, non potendo rinunciare alle foreste e ai loro servizi fondamentali (protezione del suolo, biodiversità, turismo, energia, fornitura di materia prima rinnovabile) dobbiamo necessariamente confrontarci con il fuoco nei sistemi forestali e imparare a governare questo fenomeno partendo dalle sue radici, ovvero dalla conoscenza e dalla gestione dei boschi, delle foreste e delle altre terre boscate in dinamica evoluzione ed interazione con gli spazi rurali. Solo in questo modo potremo mitigare gli effetti di una nuova generazione di incendi.

EDITORIALE: Eppur si muove!

di Piermaria Corona Forest@ vol. 14, pp. 141-142 (12 Aprile 2017) – doi: 10.3832/efor0077-014 Molti ricordano come frase sicuramente storica (anche perché ancora campeggia in molti libri scolastici) il detto “Eppur si muove!” che Galileo avrebbe proclamato dopo la lettura della sentenza del processo del 1633:...

EDITORIALE: Sulla ricerca forestale nazionale, ovvero cominciamo dai risultati della VQR 2011-2014

Nello scorso febbraio sono stati presentati e diffusi con ampio risalto, gli esiti relativi alla Valutazione della Qualità della Ricerca elaborati da ANVUR, sui dati raccolti nello scorso anno e relativi al quinquennio 2011-2014. Nonostante le polemiche che come sempre accompagnano questi importanti momenti, i dubbi sul senso e soprattutto il costo di fare una valutazione massiva delle Università e degli Enti, i metodi impiegati e i tecnicismi quantomeno complessi, e a dispetto delle difficoltà incontrate per la mancata sottomissione da parte di molti docenti, in coincidenza con la protesta legata alla mancata concessione degli scatti di anzianità, è possibile trarre un primo bilancio anche per il nostro settore forestale.

EDITORIALE: Chi guiderà la politica forestale nazionale?

E va bene, il Corpo Forestale dal primo gennaio non ci sarà più, confluisce nei carabinieri. Non ci è ancora chiaro se, sul berretto, dall’aquila si passerà alla fiamma e sulla giacca dalla stella a cinque punte agli alamari, e neanche di che colore saranno i...

EDITORIALE: Pensiero forestale

Negli ultimi decenni la capacità di crescita scientifica del settore forestale appare del tutto straordinaria, in grado di cambiare rapidamente qualsiasi quadro di riferimento e di aprirsi concretamente ai temi emergenti collegati alla genomica, alle biotecnologie, alle nanotecnologie, alle tecnologie spaziali e a quelle informatiche. Al contempo, da più parti viene, però, spesso evidenziata una certa carenza di cultura selvicolturale, condizione non di rado ostativa per una diffusione realmente efficace dei risultati della ricerca e per un adeguato trasferimento delle conoscenze scientifiche anche laddove è possibile fare riferimento a soluzioni innovative.

EDITORIALE: Laudato si’ (senza bosco, né pane né fuoco)

1. Breve periodo di vacanze. Tra poche settimane ci sarà l’elezione del nuovo presidente della Società Italiana di Selvicoltura e di Ecologia Forestale. Mi è venuto dunque spontaneo ripercorrere quanto avvenuto in questi quattro anni di presidenza della Società. Professionalmente, per me, è stato un periodo...

EDITORIALE: IUFRO International Council 2014-2019 – President’s Letter

Dear Members of the IUFRO International Council, It is now just about eight months since we held our IUFRO World Congress in Salt Lake City. And what a stunning success that event turned out to be. At the outset, I would like to thank the many people, IUFRO officeholders, members and friends of IUFRO for the incredible efforts culminating in a World Congress of which we can be most proud. The IUFRO World Congress also marked the start of my term as IUFRO President. This is a position that I am most proud to hold and I thank you for the confidence that you have placed in me. My acceptance speech at the culmination of the Salt Lake City Conference captured most of my sentiments and focussed on my vision for my presidential term. That material has been widely publicised and I will not repeat it here. We have just recently completed the first IUFRO Enlarged Board Meeting; following tradition held in Vienna.

EDITORIALE: L’uragano del 5 marzo 2015

Durante la notte tra il 4 e 5 marzo scorsi, una violenta perturbazione atmosferica proveniente dai Balcani ha causato in Toscana ingenti danni colpendo in modo sensibile molte aree boscate dei versanti appenninici e delle aree costiere tirreniche. Effetti gravi si sono verificati poi su parchi, giardini, alberature e, in modo diretto ed indiretto, per caduta di piante, sulle strutture urbane e di comunicazione nonché, purtroppo, su persone. Le prime valutazioni indicano che a livello regionale l’uragano ha inciso pesantemente distruggendo il soprassuolo forestale su di alcune centinaia di ettari. Particolarmente colpiti i boschi ubicati sui versanti esposti da sud ad ovest della catena principale, quelle del Pratomagno e dell’Alpe di Catenaia. In queste aree i danni di maggiore intensità si sono verificati a spese dei soprassuoli puri e misti di conifere di impianto artificiale nello stato di sviluppo di bosco adulto ed a densità elevata. Nell’area costiera, tra Massa e Viareggio, l’uragano ha agito con forza distruttiva sulle pinete di pino marittimo e pino domestico. Numerosi poi i danni di minore entità diffusi su tutto il territorio.

EDITORIALE: Dietro i fatti ci sono le idee (e il linguaggio)

Ho recentemente partecipato al Secondo Congresso Internazionale di Selvicoltura. Come sempre dopo un evento scientifico, tornando a casa mi sono chiesto: “Che cosa ho imparato?”. Il Congresso ha avuto grande successo, sia per numerosità di studiosi, scienziati, ricercatori, addetti ai lavori e studenti intervenuti, sia per copiosità di informazioni, casi di studio, tecnologie, idee. Ma un aspetto mi ha particolarmente colpito: l’improcrastinabilità del superamento di due “mantra” che hanno sotteso molta ricerca forestale in questi ultimi anni, relativamente ai concetti di “sostenibilità” e di “servizi” ecosistemici. Di fatto, io stesso ho non di rado evocato soprattutto il primo di questi due termini in molte pubblicazioni. Alcune presentazioni e discussioni al Congresso hanno però permesso di chiarirmi le idee: il problema è che queste parole sono improprie se applicate con riferimento alla gestione di ecosistemi (quali quelli forestali) e più in generale alla gestione dei sistemi socio-ecologici (sensu Folke, 2006).